Francis Bacon – Manie di distruzione



Francis Bacon – Three studies for a self-portrait (1981), by crea+, CC, flickr.com



Francis Bacon è, sicuramente, il più importante artista inglese del secondo Novecento. La forte deformazione che caratterizza le opere dell’artista è legata alla sua angoscia esistenziale e alla disperazione per la propria condizione individuale, in netto contrasto con la società del tempo. Nato a Dublino nel 1909, sin da giovane mostra un’evidente omosessualità, contrastata dal padre con severe punizioni. Anche la società non era disposta ad accettare l’omosessualità dell’artista, il quale visse con consapevole malinconia la propria “diversità”. Dedito al gioco e all’alcool, accumulò numerosi debiti con creditori non sempre pacifici, al punto da essere minacciato da un creditore che avrebbe voluto tagliarli le mani. Nella sua concezione artistica, e questo è evidente soprattutto nei ritratti, Bacon cercava di cogliere non il semplice aspetto esteriore inteso in termini realistici, quanto la personalità più profonda del soggetto rappresentato, oltre a fissare in eterno il trascorrere del tempo, la morte che, inesorabilmente, si avvicina ogni secondo che passa. Il ritratto dell’immagine, ovvero Three Studies for a Self-Portrait, ha una storia particolare. Non tutti sanno che Bacon era immensamente autocritico con le proprie opere, al punto da distruggerle spesso, solo pochi giorni dopo averle terminate. Curiosamente, infatti, la Galleria con cui Bacon era legato, ovvero la Marlborough Gallery, aveva offerto all’artista l’assistenza personale della direttrice, Valerie Beston (o semplicemente “Miss B”, come Bacon l’ebbe soprannominata). Donald Tompson, nel suo volume “Lo squalo da 12 milioni di dollari“, ci racconta che “Miss B” si occupava «dell’organizzazione della sua vita privata, del suo bucato, dei conti di Harrods, della sua dichiarazione dei redditi. Lo liberava dai creditori per i debiti di gioco (…) e consolava gli amanti che l’artista lasciava»¹. Ma il ruolo più importante avuto dalla Beston è sicuramente quello relativo alla “salvaguardia” delle opere di Bacon dall’artista stesso. L’assistente, infatti, requisiva le opere dal suo studio il prima possibile, una volta asciugatasi la vernice, salvandole, così, dalla distruzione. Three Studies for a Self-Portrait è una delle poche opere sopravvissute illese all’artista e che siano state in suo possesso per un lungo periodo, nel caso in questione per circa due anni.

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